Difficilmente si capisce la personalità di Plauto, pur essendo il più grande, conosciuto ed apprezzato autore latino, egli infatti scompare nel turbinio delle sue commedie. Plauto come la maggior parte degli autori latini volle aumentare le parti cantate delle rappresentazioni. La sua commedia è piena di FANTASIA e INVENTIVA (un predecessore dell'opera buffa) egli parte dall'imitazione del mondo reale e vi aggiunge nuovi tasselli, ottenendo un misto tra REALTA' e IMMAGINAZIONE. Le sue opere derivano sempre da traduzioni di testi greci ai quali aggiunge parti prese altrove come ad esempio scenette prese dalla TRADIZIONE LATINA, e viene fuori un IBRIDO.
A Plauto vengono attribuite circa 130 commedie. Possediamo 20 commedie intere e 1 incompleta, è sicuramente l'autore che conosciamo meglio. Sappiamo che Plauto nacque a SORSERA (Umbria) nel 251 a.C e morì intorno al 184 a.C., iniziò come attore. Il nome Plauto potrebbe derivare da Plazius (che sta appunto per attore). Visse in un periodo storico molto particolare che però non traspare nelle sue commedie, non per evitare la censura, ma per lo scopo stesso della commedia ovvero il ROVESCIO DELLA REALTA'. Il protagonista di queste commedie è spesso il SERVO VURRENTS, una figura che si dà da fare per ottenere ciò che lui o il suo padrone desiderano. Anche i FIGLI sono spesso protagonisti, per questo si pensa che nelle opere di Plauto si riproponessero le feste di SATURNANA, durante le quali chi era inferiore e sottomesso diventava eroe e protagonista, si accettava infatti che per una volta all'anno si potesse ribaltare la realtà. È un clima carnevalesco, un mondo i cui comandano i servi, che si prendono gioco dei loro padroni approfittando della loro assenza. Anche il MILES GLORIUSUS è un personaggio di Plauto. Plauto inserisce in una “storia greca” luoghi, simboli e temi tipici dell'antica Roma. Il tema più trattato sono le CORTIGIANE, schiave del LENONE. A Plauto interessa molto il “RICONOSCIMENTO” (es. una ragazza che scopre per caso di avere origini nobili) è intenzionato a descrivere la beffa, il paradosso ma sopratutto l'ESAGERAZIONE. Inoltre vi è l'abitudine di inventare parole e nomi solo per il suono che essi producono. Il fatto che le storie si basino su amore tra giovani fanciulle sottomesse da questi LENONI, si pensa sia una metafora della famiglia. Plauto frantuma il mondo di Menandro per ricrearne un nuovo. L'autore inventa un QUI PRO QUO, ovvero un equivoco su cui si basa tutta la commedia. I beffati sono quasi sempre le figure forti, i padri o i protettori, le situazioni si risolvono nel momento in cui vi è il PERDONO ad esempio da parte del padre. La commedia di PLAUTO NON SI DIVIDE IN ATTI, sono infatti scene una dopo l'altra, l'intervallo non aveva senso se mancava il coro. Vi è però la presenza della musica, parti cantate tra 2, 3 o 4 personaggi in scena. Il CANTO è infatti parte dell'azione del personaggio. Solo per l'ARIA vediamo che vi è un momento di stasi delle azioni. L'opera di Plauto non è propriamente una commedia ma una vera OPERA MUSICALE. Del resto noi capiamo che c'è una parte cantata dal cambiamento della metrica.
CASINA
Una delle commedie più rappresentate è la CASINA, che parla della burrascosa gara per conquistare la soave Casina tra due uomini, LISADAMO e OLIMPIONE, ma alla fine grazie alla furbizia della moglie del primo, i due subirono la sua vendetta e Casina andrà in sposa al giovane servo CALINO. (moglie: Cleostrata) ANFITRIONE Un'altra commedia molto famosa è l'ANFITRIONE nella quale si narra della nascita di ERACLE. Zeus si innamora della moglie di Anfitrione, partito per la guerra, decide quindi di assumere le sembianze del Re e si fa accompagnare da MERCURIO che prende le sembianze del servo SOSIA. Quanto poi giunge il vero Sosia per annunciare il ritorno del vero Anfitrione trova le porte sbarrare e il falso SOSIA/MERCURIO che lo inganna tanto che finisce per essere bastonato da se stesso. All'arrivo di Anfitrione nasce un altro equivoco perché la moglie, stanca e “soddisfatta” per il tempo passato in realtà con Zeus, si rifiuta di accontentare il marito mandandolo su tutto le furie. Alla fine Zeus confessa le sue colpe e rivela ad Anfitrione che la moglie aspetta un figlio da lui. Per cui ERACLE sarà uno dei tanti figli di ZEUS. AULULARIA L'AULULARIA è un'altra commedia di Plauto conosciuta anche come la COMMEDIA DELLA PENTOLA. Il protagonista è EUCLIONE, un uomo avaro che scopre che il padre aveva nascosto una pentola d'oro. Nel frattempo il vicino MEGADORO chiede in sposa la figlia di Euclione e lo convince ad accettare, ma la ragazza è incinta di LICONIDE (nipote di Megadoro). Lo strano comportamento dell'avaro Euclione insospettisce un servo di Liconide che lo segue e gli ruba il tesoro con l'intenzione di comprarsi la libertà e lo consegna al proprio padrone. A causa del furto vi è lo sfogo del disperato Euclione direttamente rivolto al pubblico (usanza tipica del teatro di Aristofane). A questo punto il giovane Liconide confessa le sue colpe ad Euclione che in lacrime si rivolge al giovane, proprio qui si crea l'equivoco perché l'uomo crede che il ragazzo sta confessando il furto della pentola, il giovane invece pensa che l'uomo si riferisca alla figlia (motivo della confessione). In realtà Euclione non sa nulla delle vicende capitate alla figlia e Liconide non sa che quella pentola d'oro era stata rubata ad Euclione per cui inizia un discorso basato sull'equivoco e comico per il pubblico, che invece conosce entrambi gli accadimenti. Il tutto è giocato sull'uso del pronome personale femminile, che indica per uno la pentola, per l'altro la fanciulla. (nel corso della vicenda prima del furto, Euclione picchierà più volte il cuoco perché lo sentirà dire più volte la parola “pentola” e crede che sia un ladro). Alla fine il giovane Liconide grazie all'aiuto del servo riuscirà ad avere la mano di FEDRIA. |
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