Leggere o assistere ad una commedia di Aristofane lascia qualche perplessità su come il pubblico greco, colto e abituato a grandi autori accettasse uno stile sfacciato ed esagerato in tutto, pieno di volgarità e allusioni erotiche. Tali perplessità su come gli spettatori reagissero a questo stile si spiega col fatto che le persone andavano a teatro consapevoli di tutto ciò a cui avrebbero assistito (come quando si vede un cartone animato al cinema). Si andava alle rappresentazioni per distrarsi e divertirsi sopratutto perché era un periodo di crisi e si assisteva a soluzioni fantastiche ai problemi quotidiani (ad esempio un uomo che parte alla ricerca della pace su uno scarabeo volante). Spesso il nome dei personaggi nasconde in se il loro carattere, la funzione o le intenzioni del personaggio stesso, ad esempio LISISTRATA = sciogli-guerra, donna che indice uno sciopero del sesso coinvolgendo tutte le donne della città comprese le prostitute, per costringere gli uomini a cessare la guerra. In un'altra commedia le donne comandano al posto degli uomini ed emanano un editto che prevede che tutti i cittadini condividano le proprie cose con gli altri, in un'altra ancora racconta che sono le donne a poter scegliere il proprio sposo, con il diritto di precedenza alle più anziane, infatti un argomento molto trattato erano le VOGLIE delle donne, spesso anziane, le quali pretendevano che gli uomini le accontentassero e le soddisfacessero. Nel momento in cui Aristofane cercherà di alzare il livello delle sue opere non riscuoterà successo e per tale motivo egli amplierà il suo pubblico attraverso i suoi personaggi.L'autore gioca molto con i doppi sensi delle parole. In ogni caso nelle commedie c'è sempre un po' di realtà. Aristofane SFRUTTA il malcontento del popolo che rimpiangeva i bei tempi andati e criticata il presente, e con questi ARGOMENTI riscuote consensi e successo. Aristofane, infatti si fa portavoce del popolo e critica le scelte dei governanti come ad esempio la GUERRA che durava da troppo tempo. In una commedia tramite un attore si scusa con il pubblico se la MASCHERA di un personaggio non è uguale a come sarebbe dovuta essere, spiegando che la causa è la paura degli artigiani di riprodurre le sembianze di un uomo importante dell'epoca.
La struttura della COMMEDIA era simile a quella della tragedia (prologo-parodo) ma con delle differenze, ad esempio c'è la PARABASI, in questa parte il coro di 24 elementi entrava in scena al posto degli attori e camminava in mezzo al pubblico interagendo con esso e rompendo la funzione scenica, i coreoti si rivolgevano agli spettatori riportando i pensieri e le parole dell'autore e rivelando notizie e informazioni su opere future, questa parabasi è molto simile e legata alle antiche processioni falloforiche. Quando la critica ai politici divenne statica Aristofane si prese gioco di Euripide, sfruttando il fatto che la popolazione non lo stimasse particolarmente e divenne così frequente che venne coniato il termine EURIPIDEARISTOFANEGGIANTE. Nel prologo della commedia abbiamo la presentazione di uno o più personaggi e vengono illustrati i loro progetti e le loro intenzioni. Nella PARODO vi è l'entrata del coro che solitamente diventa antagonista del personaggio principale; vi è in seguito l'agone drammatico durante il quale si ha lo scontro tra le due parti, generalmente chi parla per secondo sarà il vincitore. Ancora più importanti per la commedia sono il canto e la DANZA, in particolare gli attori si cimentavano in atti di bravura, come canti che eseguivano fino a perdere il fiato o comunque dimostrando la loro capacità e la loro preparazione.
GLI ACARNESI
In una commedia gli ACARNESI (abitanti di Acarne) durante la guerra contro Sparta erano costretti a fuggire all'interno delle mura della città e abbandonare le proprie case facendo attenzione a non lasciare niente ai nemici, per questo gli Acarnesi ce l'avevano a morte con gli Spartani; qui Aristofane inventa un personaggio DICEOPOLI (cittadino giusto) che stanco della guerra invia una personale richiesta di pace a Sparta; Il resto dei cittadini (i coreoti) inferociti per le sue azioni si scagliano contro di lui, che però abbraccia un cesto di CARBONE (unica fonte economica della città) e minaccia di dargli fuoco se non verrà ascoltato e avrà spiegato le sue ragioni. Ottenuto questo corre a casa di un uomo per cercare qualcosa che convincesse i suoi concittadini, quest'uomo era proprio Euripide. Qui vi è un dialogo comico in cui Aristofane sottolinea l'abitudine di Euripide di distruggere tutti gli eroi e i miti della tradizione. Il protagonista cercherà anche di vendere le figlie che altrimenti morirebbero di fame, per farlo le traveste da porcelline e le offre ad un compratore MENGALESE (cittadina vicino sparta) e nel dialogo gioca sul doppio senso di TROIA che indica anche la femmina del maiale.
LE NUVOLE
In un'altra commedia molto famosa ma che lo stesso autore spiegò non essere stata compresa, vi è un uomo, STREPSIADE, vecchio, avaro e indebitato, che la notte non riesce a dormire ossessionato dai debiti che suo figlio ha fatto nelle scommesse alle corse dei cavalli. FILIPPIDE (nome che ricorda la parola Cavallo) il figlio, nutre un amore per i cavalli e per questo si indebita, allora il padre lo manda in un pensatoio (scuola) gestito da un certo SOCRATE, dopo vari tentativi Filippide si convince ad entrare (spinto dal padre per motivi non giusti perché spera che poi sarà in grado di vincere qualsiasi causa che i creditori gli faranno). Il ragazzo però viene istruito secondo i principi sbagliati del DISCORSO PEGGIORE. Una volta istruito, grazie alla lezione del discorso peggiore vince due cause contro dei creditori, Strepsiade è contento, ma la situazione gli sfugge di mano perché il figlio comincia a picchiarlo e di fronte alle sue proteste FILIPPIDE gli dimostra che ha tutto il diritto di farlo. Esasperato e furioso, Strepsiade da alle fiamme il pensatoio di SOCRATE. Il figlio gli dice: quando ero piccolo mi picchiavi perché ero bambino ed era giusto, ora sei vecchio e sei più volte bambino, quindi è giusto che io ti picchi per il tuo bene. Socrate spiegherà che le intenzioni di Strepsiade erano ingiuste, quindi egli si merita di avere un figlio ingiusto. |
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