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Le forme

Le Forme – La Fuga

Le antiche civiltà egizie, indiane, cinesi, assiro-babilonesi, ebraiche e greche hanno lasciato ben poche tracce della loro letteratura musicale. Il primo e più antico monumento giunto fino a noi è costituito dal canto gregoriano: vastissimo e nobilissimo documento della sintesi delle esperienze musicali del mondo orientale e di quello latino fuse in una nuova e autonoma civiltà nata nelle catacombe, nei primi secoli del Cristianesimo. Successivamente la nascita e lo sviluppo della polifonia vocale stabiliscono un nuovo piano architettonico nella stesura delle nuove forme; forme più complesse e ardite che devono tener conto non più della sola dimensione orizzontale, ma anche di quella verticale, data la coesistenza simultanea di varie voci. Con il sorgere poi della musica strumentale, il problema formale si sposta gradualmente verso un piano del tutto nuovo: quello dell'autonomia vera e propria dell'architettura musicale, in completa indipendenza da qualsiasi suggerimento di testo sia sacro che profano. Tre, sono le forme strumentali di fondamentale importanza: la Fuga, la Suite e la Sonata.

La Fuga è una composizione polifonica vocale, strumentale o mista che, originata dall'antico mottetto vocale e dalle successive forme strumentali di canzona, raggiunge il massimo splendore nella prima metà del settecento e particolarmente per le geniali e altissime realizzazioni bachiane. Del resto, successivamente all'opera bachiana e fino ai nostri giorni, la fuga entra come elemento vivificatore della forma in molto e importanti lavori cameristici e sinfonici di Mozart, Beethoven, Strawinsky. La fuga “scolastica” che rappresenta il caso medio e cioè il modello tecnico della forma, è composta di tre momenti fondamentali:
  • Esposizione
  • Divertimenti
  • Stretti

L'esposizione è la parte che presenta nel modo più chiaro e convincente gli elementi tematici fondamentali della fuga, di modo che l'ascoltatore li possa afferrare, ricordare e riconoscere durante tutto il corso della composizione.

Tali elementi sono:
  • Il Soggetto, cioè in Tema principale, impostato saldamente in un determinato tono e che per presentarsi efficacemente deve essere breve incisivo e chiaro.
  • La Risposta, che è il soggetto stesso portato nel tono della dominante, La Risposta può essere “reale” quando mantiene inalterata la configurazione melodica del soggetto oppure “tonale” se qualche intervallo, dispetto al soggetto viene mutato.
  • Il Controssoggetto che è il contrappunto al Soggetto, cioè un tema che lo “accompagna”, esso deve sempre funzionare nei rapporti armonici con il soggetto, sia che si trovi al di sotto che al di sopra del soggetto stesso.
  • La Coda che è una breve aggiunta al Soggetto che permette alla parte che fa la Risposta di “entrare” a Soggetto concluso e fa si che questo non si interrompa e si colleghi direttamente al Controssoggetto.
  • La Parti Libere che sono contrappunti integranti i disegni della singole voci o parti.


Le Forme – La Suite

Consiste in un complesso di pezzi strumentali e porta anche il nome di Sonata. La Differenza tra Sonata e Suite consiste nel fatto che i tempi della prima portano i titoli Adagio, Allegro, ecc. mentre nella seconda portano i nomi delle relative danze, ma la forma è identica. Nata dalla consuetudine delle corti di riunire in gruppi più movimenti di danza, la Suite raggiunge la forma più evoluta verso la metà del diciassettesimo secolo. La forma delle danze è assai semplice e consta di due distinte parti. La prima parte, è costituita da una breve serie di periodi, partendo dal tono scelto, conclude con una decisa cadenzale, in uno dei toni vicini. La seconda parte invece (di ripresa) è una parafrasi della prima, in quanto ne riprende gli elementi tematici, facendo però l'inverso percorso tonale.

Lo schema formale si può sintetizzare in questo modo:

I Parte (espositiva)
                                                                II Parte (di ripresa)
Dal Tono X... al tono vicino Y
                                                Dal Tono Y... al tono X


I tempi fondamentali della Suite sono:

  • L'Allemanda di origine tedesca, in movimento moderatamente mosso, in battuta a 2 o 4 tempi. Inizia normalmente con una figura di croma o semicroma in levare.
  • La Corrente di origine francese, di carattere piuttosto brillante, in movimento tendente all'Allegro in battuta 3/2 o 3/4. Inizia di solito con croma o semicroma in levare.
  • La Sarabanda di origine spagnola o araba, particolarmente atteggiata a mestizia, in battuta lenta 3/4 inizia sempre in battere.
  • La Giga di origine italiana, a movimento rapido in battute 3/4 o 3/8, 6/8 o 6/4 o anche 12/8. Comincia in battere o anche spesso con una figura breve (croma) in levare.


Altre danze della Suite in tempo binario sono: la Bourrèe (allegro) e la Gavolta (allegretto). In tempo ternario: Minuetto (allegretto) e la Polonese (moderato).
Nella Suite si usa talvolta il Double, variazione ornamentale di una danza che segue immediatamente la danza stessa. Talvolta i singoli “tempi” seguiti da “episodi” vengono ritornellati a modo di Rondò.



Le Forme – La Sonata

Raggiungendo la sua forma definitiva con Mozart e Beethoven, rappresenta il modello architettonico più importante delle composizioni strumentali del periodo che, iniziando dopo la seconda metà del 1700 si conclude verso la fine del 1800.
A seconda della destinazione, la Sonata prende il nome di Trio, Quartetto, Quintetto e, infine , diSinfonia, ed è formata di una successione di “tempi” i quali hanno carattere e movimento diversi.

Nel tipo più perfetto di Sonata a quattro tempi la disposizione è la seguente:

  • I tempo: movimento allegro
  • II tempo: movimento andante o adagio
  • III tempo: movimento allegretto o mosso
  • IV tempo: movimento allegro


Quanto a forma:

  • Il primo tempo è costituito secondo un modello che si chiama appunto di Sonata ed è tripartito e bitematico.
  • Il secondo tempo è organizzato a modo di Canzone o di Rondò, o anche di Marcia funebre.
  • Il terzo tempo è sempre un Minuetto o uno Scherzo.
  • Il quarto, un Rondò, o per concludere riprendendo lo schema iniziale, un tempo di Sonata o ancora unRondò-Sonata.


Ecco gli schemi tradizionali dei singoli tempi:

I Tempo: Forma di Sonata, movimento allegro. E' basato fondamentalmente sull'opposizione, sul contrasto o sulla diversità di carattere di due temi principali, attorno ai quali si raccolgono gli altri elementi tematici di minore importanza. Il Primo Tema è di solito robustamente scandito nei ritmi, mentre ilSecondo ha un carattere più melodico con una plastica lineare più aperta e distesa. Il contrasto fra i due temi è reso ancora più evidente dalla diversità delle rispettive tonalità. Il temine tema indica comunemente il primo elemento di stacco, nella sonata il Tema indica un insieme di periodi aventi unità tonale, si tratta di un organismo che comprende un certo numero di battute ed è protagonista delle vicende del primo tempo. Il primo tema può essere preceduto da un'introduzione, la cui funzione è quella di creare nell'ascoltatore il senso dell'attesa. Perciò è caratterizzata da un movimento lento, spesso interrotto da corone e da pause e da un'incertezza tonale. Nella sonata è necessario spostare l'interesse dal primo al secondo tema per mezzo di un giro logico di motivi musicali e di modulazioni. Il passaggio o ponte modulante si può realizzare in due modi: come episodio a se stante, con tematica propria, o come naturale e spontanea continuazione del primo tema, che si aggancia direttamente al secondo senza l'intervento di nuovi elementi. Con la presentazione dei due temi principali si chiude laprima parte del primo tempo e cioè l'Esposizione. La seconda parte cioè lo Svolgimento o l'Elaborazionenon ha né può avere un modello formale prestabilito, ma costituisce il momento più importante del primo tempo. Scopo dello Svolgimento è quello di analizzare e mettere in luce i tempi proposti nell'Esposizione. La terza parte del primo tempo è la Ripresa, cioè l'esposizione degli elementi presenti nella prima parte, ma con alcune logiche varianti.

  • Ripresa: Il I Tema (tono principale), Passaggio (modulante), II Tema (tono principale), Codette e Coda (tono principale)

  • Il II Tempo, è in movimento moderato o lento, non ha come il primo un modello formale prestabilito, ma alcune architetture sono particolarmente ricorrenti nella letteratura sonatistica. Una delle forme più semplici è rappresentata dalla Canzone o schema binario o ternario. Nel primo caso si tratta di una breve composizione costituita da una parte espositiva e da un'altra di ripresa. Nel secondo si tratta di una forma più evoluta che può assumere due aspetti particolari:

  • I forma: Esposizione (tono X) Intermezzo (tono Y) Ripresa (tono X)
  • II forma: Esposizione (tono X) Svolgimento (tono Y e modulante) Ripresa (tono X)

In tutti e due i casi la forma può essere completata da una Coda.

  • Il III tempo della Sonata è un Minuetto oppure uno scherzo. Con Beethoven il movimento si accelera ed il minuetto si trasforma in uno scherzo a battuta rapidissima e vivacissima.

  • Il IV Tempo della Sonata può avere la forma del primo, cioè tripartita e bitematica, ma di solito invece di avvalersi dell'opposizione dei suoi temi in senso drammatico, si giova di due tempi brillanti e gioiosi. Inoltre è frequentemente usato dai sonatisti lo schema formale del Rondò a cui si aggiunge spesso una Coda di notevoli dimensioni.


Le Variazioni

Dal presupposto di un tema, spesso disposto a modo di canzone ternaria, si può ottenere una serie di organismi musicali derivati: Le Variazioni.
Il '700 e l'800 rappresentano particolarmente i periodi della più smagliante fioritura di tale composizione, intesa sia come forma autonoma sia anche come parte della Sonata (il tempo lento). Le variazioni mantengono sempre inalterato il tono base stabilito dal tema. Gli artifici che possono generare le variazioni sono innumerevoli:

La fioritura della linea melodica per mezzo di forme ornamentali più o meno fisse;
La trasposizione del tema dal registro acuto a quello medio o grave e viceversa;
La riarmonizzazione del tema;
Il contrappunto al tema con nuovi temi più o meno secondari;
Il mutamento della ritmica da binaria a ternaria o viceversa;
La soppressione della linea melodica con la conservazione della sola ossatura ritmica e armonica del testo.

E tutti gli accorgimenti possibili atti a vivificare la lettera del tema tramite mutazioni ornamentali. Talvolta dopo una lunga serie di variazioni, il tema originale torna, quasi a chiusura e cornice di tutto il lavoro. L'arte del variare è antica e sopratutto la pratica del variare le arie di danza risale proprio ai primordi della musica strumentale.


La Romanza senza parole

È una breve composizione (caratteristica del romanticismo) di carattere piuttosto “salottiero” che si presenta spesso come una “melodia (quasi vocale) accompagnata” e che non ha una forma decisamente prestabilita. Lo schema è:


Prima parte                                           Seconda parte                                                    Terza parte
A                                                           B (Intermezzo o sviluppo)                                   Ripresa di A


Nonostante la brevità dei pezzi la letteratura pianistica è ricca di capolavori, architettati secondo gli schemi anzidetti, come ad esempio i notturni di Chopin.


Il Preludio

È una forma che può assumere due atteggiamenti, a seconda che serva d'introduzione a un'altra forma seguente o se sussista come composizione autonoma. Nel primo caso può avere forme diverse a seconda dello “scopo” artistico cui è destinato. Nella Suites vi sono talvolta preludi che sono “pezzi” polifonici di una certa importanza e costruiti secondo i principi dello stile “fugato”.
Nel secondo caso si tratta di un pezzo di brevi dimensioni la cui forma è suggerita di volta in volta da particolari esigenze di carattere estetico. Forme analoghe del preludio sono: l'Interludio e il Postludio che hanno rispettivamente funziona di collegamento e di epilogo.


Lo Studio

È un lavoro che ha come scopo dichiarato, quello didattico del “superamento” di una difficoltà strumentale, è basato perciò sull'insistenza di uno o più “passi” tecnici. Nelle forme più elevate lo scopo “didattico” è una mascheratura che vuol adombrare la reale importanza artistica del lavoro.


L'Invenzione

È una breve composizione polifonica a schema libero. Quelle bachiane, a due o tre voci, sono piccole fughe ideali, ridotte alla massima economica dei mezzi espressivi. Un breve soggetto e relativo contro-soggetto formano la base dell'esposizione, seguita da progressioni che separano alcuni trasporti dal soggetto; e da una ripresa di soggetto nel tono iniziale che chiude la forma con adeguate cadenze.


Il Canone

È una composizione basata sull'imitazione dell'intero “tema” dalla dalle “parti” (due o più) che “entrano” successivamente a quella che “propone”. A seconda del rapporto d'intervallo che intercorre fra il tema e l'imitazione, si può avere il Canone all'ottava, alla nona, alla decima, alla quarta, alla quinta ecc. Il Canone può essere per aumentazione o per diminuzione. Si possono avere ancora: Canoni per moto contrario, retrogradi, ecc.


La Ballata

È un'antica forma vocale dell'epoca trovadorica di carattere popolaresco che si sviluppa in forma aristocratica nel '400. In seguito decade e si rinnova solo all'epoca romantica, in forma strumentale. Nella letteratura pianistica sono particolarmente celebri le ballate di Chopin.


La Rapsodia

È una composizione, pure dell'epoca romantica, che presenta di solito melodie folcloristiche, senza ordine prefisso e senza sviluppi degli di nota. Nella letteratura strumentale esistono alcune caratteristiche forme, comuni agli strumenti a tastiera (cembalo ed organo) assai importanti sia dal punto di vista storico che artistico.


Il Ricercare

Composizione polifonica che deriva dal mottetto di cui rappresenta l'equivalente strumentale. Nel '600 trova il periodo della sua più fulgida fioritura.


La Canzona

Il suo carattere più brillante e, forse, più profano la differenziano, seppur non decisamente dal Ricercare stesso. Quando la Canzona è di ampio respiro gli “episodi” che la compongono rappresentano variazioni al tema esposte in ritmi e movimenti diversi.


Il Capriccio

Simile ai precedenti Ricercare e Canzone è caratterizzato da un maggiore spirito di ricerca quasi fiamminghesca e architettato sulla base di presupposti tematici. In Bach assume il significato di “Fantasia”.


La Toccata

Nelle forme brevi è quasi una piccola “fantasia” senza speciali riferimenti tematici. In quelle più sviluppate, agli episodi solenni, seguono quelli fugati, creando una varietà di gioco sonoro che si accomuna talvolta anche al gioco di “bravura” strumentale. La Toccata, pur attraverso successive evoluzioni, resta una forma autonoma, assai ricca di risorse e sfruttata da tutti gli autori.


La Fantasia

È una delle forme più antiche. In Bach sostituisce spesso il preludio alla fuga e, per la grande varietà dei suoi andamenti, costituisce un elemento di particolare rilievo, rispetto alla fuga stessa. In Mozart e Beethoven ha significato di libera Sonata. Specialmente quando è una forma a sé stante, è sempre una composizione più o meno estesa, formata da episodi razionalmente e logicamente collegati la liberi da ogni impegno architettonico prestabilito.


Forme Orchestrali

Parallelamente alle forme strumentali cameristiche, sorgono, in concomitanza cronologica, quelle orchestrali. Accanto alla Suite per strumento solista del '700 troviamo Suites orchestrali della identica forma mentre una forma a parte è il Concerto Grosso basato sull'opposizione del “Tutti” al “concertino” formato da un trio di solisti.

Il Concerto “solista” mette invece in evidenza uno strumento contro il “Tutti” e inizialmente rappresenta, come forma, una particolare varietà di Concerto Grosso. Con l'evoluzione della Suite verso la Sonata le composizioni orchestrali si adeguano alle nuove esigenze formali ed estetiche e sorge la Sinfonia.

La Sinfonia, formalmente, non si scosta dall'architettura sonatistica e così pure il Concerto. Essa è di solito in quattro tempi; il Concerto invece in tre.

L'Ouverture è una composizione orchestrale in un sol tempo, di origine francese, che può essere “autonoma” o anche servire da “introduzione” a uno spettacolo teatrale. Nel primo caso ha la forma di primo tempo di sinfonia. Nel secondo caso può essere: formalmente eguale a quella da Concerto.

Poema Sinfonico: composizione in un sol tempo, sorta verso la metà dell'800 dal dissolvimento delle forme sinfoniche classiche. La forma non è prestabilita ma ispirata a impressioni della natura, pittorica o fantastica. Nasce per opera di Berlioz e Liszt e si evolve attraverso tutto l'800 per concludere il suo ciclo vitale ai giorni nostri.


Forme Vocali

Dalle più antiche manifestazioni musicali, attraverso la luminosa esperienza greca, l'epopea gregoriana, la civiltà polifonica classica, fino ai più recenti raggiungimenti, la vocalità pura ha prodotto un'insigne fioritura di monumenti d'incomparabile bellezza e importanza.

Il Mottetto: è una composizione che attraverso varie fasi evolutive, raggiunge il suo punto aureo all'epoca palestriniana. È un lavoro musicale affidato a cinque o più voci (di solito) la cui forma è strettamente legata alla “interpretazione” del testo sacro che la ispira. A ciascuna frase letteraria corrisponde un tema musicale che dà vita a un episodio polifonico od omofono. Nel primo caso il tema proposto da una voce circola attraverso tutte le altre prima di esaurire l'episodio. Nel secondo, la voce più acuta rappresenta la melodia guida che le altre voci armonizzano in simultaneità ritmica.

Il Madrigale: è come forma l'equivalente del Mottetto. Ha come base un testo profano e perciò si differenzia dalla composizione precedente per il carattere dei temi.


Forme Miste

Si riferiscono a composizioni che abbinano le voci agli strumenti.

Il Corale è una forma polifonica assai antica e importante, nata dall'arte di contrappuntare una melodia liturgica che, suddividendosi in frasi, passa attraverso tutte le voci.

Il Corale Figurato è la forma vista in precedenza portata nel campo strumentale. Bach usa molto spesso i Preludi ai Corali. È sottinteso che il Corale strumentale non si riferisce solo all'organo, ma anche al pianoforte, ai complessi cameristici e all'orchestra.

Il Lied (canzone) è una forma vocale antica di origine popolare tedesca. I più perfetti raggiungimenti formali ed espressivi del Lied, come forma cameristica, per canto e pianoforte sono avvenuti nell'epoca romantica.

La Lirica Cameristica per voce e pianoforte è pure sulle stesso piano artistico, ma non ha uno schema formale prefisso. Interpreta invece, il testo letterario dal quale ricava i suggerimenti architettonici.

Il Recitativo è un procedimento vocale, accompagnato, che i musicisti della Camerata fiorentina del '600 chiamavano: “recitar cantando”. Si tratta perciò di un “cantare” appena intonato ed è particolarmente adatto alla narrazione e al racconto.

L'Arioso è pure un'espressione vocale con accompagnamento strumentale, che sta fra la “declamazione” del Recitativo e la libera espansione dell'Aria. Di solito si trova a conclusione di un vero e proprio Recitativo o nel corso del Recitativo stesso.

L'Aria è un “pezzo” musicale per voce e accompagnamento d'orchestra che può far parte di un'Opera o una Cantata, ma può anche stare a se. La forma dipende dal testo.

La Cantata si distingue in sacra o profana, nella sua forma più evoluta è una composizione per soli, cori e orchestra. La Cantata sacra trova il terreno più fecondo per il suo sviluppo in Germania. Quella profana, invece, nasce e si sviluppa soprattutto in Italia.

L'Oratorio è una composizione per soli, coro e orchestra a fondo narrativo e meditativo su soggetto tratto da testi sacri. Deriva dalla Laude spirituale. Formalmente l'Oratorio è un seguito di pezzi “chiusi” cioè recitativi, arie, duetti e cori sostenuti dall'orchestra che, specie nella produzione dell'800, non è solamente collaboratrice ma talvolta protagonista, quando realizza introduzioni, intermezzi, epiloghi, ecc.


Il Teatro Musicale

Comprende due generi, cioè: L'Opera e il Balletto. Nel primo caso si tratta di un'azione drammatica, divisa in atti e scene, che si svolge con concorso di solisti, di cori e dell'orchestra. Sorto nel '600 per merito dei musicisti della Camerata fiorentina, il teatro musicale trova la sua prima grandissima affermazione nell'opera di Monteverdi. Nel Balletto, invece, l'azione è coreografica e mimata. La parte musicale, quindi è soltanto strumentale. Il Balletto esisteva già prima della nascita dell'Opera, come intermezzo a soggetto mitologico o allegorico. Col sorgere del melodramma si unisce al melodramma stesso nell'Opera-ballo.


La Musica Liturgica

È quella che accompagna i riti del culto. La più antica e ufficialmente adottata dalla Chiesa, è il Canto gregoriano, perfetta espressione musicale religiosa, in forme di greca compostezza. All'epoca della grande polifonia vocale, tutte le composizioni sacre erano architettate secondo i modelli mottettistici con concorso di uno o più cori. Nel '700 e '800 l'influenza del melodramma imperante fece sì che il livello artistico della produzione liturgica scadesse non poco. In chiesa, entrarono solisti e orchestre e il genere sacro si confuse col profano nelle forme e nelle espressioni. La riforma operata da Pio X ha voluto significare un ritorno della musica sacra ai suoi presupposti d'origine, e cioè al servizio diretto del culto. Tra le composizioni liturgiche la più importante è la Messa.
La Messa moderna si avvale delle voci e dell'organo (unico strumento ammesso in chiesa). Può quindi giovarsi dell'organo stesso come elemento sonoro da sottoporre o contrapporre al Coro. Oltre alla musica liturgica propriamente detta è di grande importanza la musica sacra “non liturgica”. La letteratura musicale è ricchissima di lavori sacri. La Messa resta anche in tale campo una delle forme più importanti e viene realizzata in polifonia vocale pura, o per coro e orchestra con o senza solisti. Tra le Messe più note: quelle di Bach, Beethoven e Schubert. Tra i Requiem quelli di Mozart e Verdi.