Corno

Il corno è uno strumento a canneggio conico, viene chiamato anche Corno Francese per essere distinto da quello inglese. Gli antichi corni erano molto più semplici degli odierni. In principio, lo strumento si ricavava dalle corna del bestiame, come, per esempio, dalle mucche o dai tori. Molto più tardi apparvero i corni naturali, detti abitualmente corni da caccia, strumenti che appunto venivano suonati durante le battute di caccia. Esso consistevano in tubi metallici ripiegati diverse volte e terminanti con una larga apertura finale, della “campana”. Dalla parte dell'imboccatura invece si aveva il bocchino, che era parte integrante dello strumento. Il cornista teneva lo strumento afferrandolo nella porzione di tubo vicina all'imboccatura, con il resto del corno attorno al braccio, in modo che fosse sufficiente una sola mano per suonarlo e l'altra potesse tenere a freno il cavallo. La posizione moderna dei cornisti prevede di utilizzare la macchina con la mano sinistra, e di posizionare la mano destra, messa distesa e a dita chiuse nel padiglione per correggere l'intonazione che altrimenti è di circa un quarto di tono crescente, e per scurire il suono.

I corni odierni, rispetto ai corni antichi, hanno il bocchino separabile dal corpo dello strumento. Questo fa si che ogni strumentista possa scegliere il modello di bocchino che più gli aggrada. Tra tutti gli ottoni, il corno ha il bocchino più piccolo. Il corno naturale non poteva emettere tutti i suoni: gli unici possibili erano quelli corrispondenti ai suoni armonici che il tubo emetteva variando la pressione dell'aria e la tensione del labbro.
In seguito i corni attirarono l'interesse dei compositori e furono usati per evocare atmosfere campestri ed immagini di caccia. Anche al tempo di Wolfgang Amadeus Mozart, tuttavia, il suonatore di corno (ormai parte integrante dell'orchestra) si serviva di uno strumento diverso dall'attuale. Si trattava ancora di un corno naturale (si serviva solo dei suoni armonici), tanto che era costretto a possederne più d'uno, dotati anche di ritorte, cioè di porzioni di tubo che potevano essere giunte per variare la lunghezza del canneggio e, di conseguenza, sia il suono base che tutta la serie degli armonici. Mentre la mano sinistra teneva la parte iniziale dello strumento, vicino al bocchino, la mano destra del cornista aveva già assunto la posizione attuale, infilata nella campana dello strumento; attraverso l'azione della mano nella campana, potevano essere ottenuti altri suoni, calanti o crescenti, dei quali i compositori si servirono largamente malgrado l'evidente differenza timbrica con i suoni naturali. Fu tuttavia una svolta per il corno, perchè poteva finalmente eseguire tutta la scala cromatica. Con l'aggiunta di questi altri suoni a quelli naturali, il corno divenne infatti uno strumento melodico e molti grandi compositori cominciarono a scrivere concerti a lui dedicati. I concerti per corno di Mozart, ad esempio, furono scritti per questo tipo di corno che, abbiamo detto, oggigiorno viene definito corno naturale.
Intorno al 1835 il corno assunse una nuova forma: grazie all'invenzione del cornista Luigi Pini furono aggiunti i cilindri, meccanismi che aprono e chiudono porzioni di tubo facenti le veci delle vecchie ritorte, rendendole quindi sorpassate. Il sistema non godette di immediata fortuna e diffusione al punto che Charles-Joseph (il padre di Adolphe), brevettò il cosiddetto “cor omnitonique” automatizzando il sistema delle ritorte attraverso un cursore (ed ignorando i pistoni) ancora nel 1824. Il corno scelto per l'applicazione dei pistoni fu il corno in Fa e ancora oggi i Corni sono “tagliati” in questa tonalità. L'aggiunta dei tre cilindri, e l'ormai diffusissimo uso di accoppiare lo strumento in Fa ad uno in Sib (corno doppio), ha reso lo strumento completo nella sua estensione, senza i “vuoti” presenti nel corno naturale. La mano destra tuttavia viene ancora usata sia per sostenere lo strumento (che con il doppio canneggio è diventato più pesante) e controllare l'intonazione, sia per ottenere degli effetti di suono metallico chiudendo opportunamente il padiglione.

Il corno presenta cilindri da 12 piedi (3,7 metri) avvolti in una spirale, e con campana svasata. Costruttivamente come abbiamo detto i corni moderni hanno un doppio canneggio, in prossimità del bocchino e della campana si ha un canneggio conico, mentre il corpo centrale, in prossimità dei cilindri, presenta canneggio cilindrico. L'inizio del corpo dello strumento si ha da un lato con un bocchino, la cui sezione può essere a tazza o a V, mentre termina dall'altro con un ampio padiglione a campana, da cui prende appunto il nome. Il corno moderno possiede una macchina composta da cilindri, il cui numero può variare da 3 per il corno semplice a 4 per quello doppio, fino a 5 per quello triplo. Il timbro è soffice e profondo. Rispetto agli altri ottoni presenti nell'orchestra, l'estensione del corno può raggiungere quasi le cinque ottave. In orchestra viene utilizzato come strumento armonico e solistico, grazie al suo particolare timbro che “lega” molto bene gli altri suoni e può anche emergere facilmente. I musicisti che suonano il corno sono chiamati usualmente cornisti.

L'estensione del corno doppio in Fa-Sib va dal Sib contrabbasso al Fa acuto, che in chiave di corno si scrivono come il Fa contrabbasso e il Do bisacuto, ma nel grave si può spingere fino al Fa contrabbasso, per il corno Do contrabbasso.



I cornisti più dotati riescono ad arrivare al Fa bisacuto che per il corno viene scritto come Do trisacuto, ma il suono risulta chiuso e strozzato e perde le caratteristiche del suono del corno, cioè il timbro pieno, scuro e pastoso. Le note del corno restano però articolabili, modulabili e con buon timbro potente e cornistico fintanto che si resta nelle due ottave, Re basso – Re centrale – Re acuto sebbene, come detto il corno possa raggiungere note molto più gravi e molto più acute. L'estensione acuta e grave così come l'agilità nei vari registri possono variare leggermente da esecutore ad esecutore e, in minor misura, da corno a corno, data l'odierna notevole varietà di metodi e materiali con cui vengono costruiti i corni.

In caso di necessità la mano destra può essere usata per ottenere l'effetto dello stoppato, cioè chiudere saldamente la campana con la mano, e per ottenere l'effetto sordina chiudendo completamente la campana con la mano. Per questo ultimo effetto data la chiusura della campana occorre correggere il suono perché diventa di un semitono calante, quindi il musicista dovrà suonare trasportando un semitono sopra. L'effetto sordina rende il timbro molto particolare, nasale e ovattato. Esistono comunque sordine di legno o di metallo applicabili all'uscita della campana. Il corno, ormai ha un'agilità simile a quella della tromba e si vale del legato press'a poco come qualunque strumento di legno, né l'esecutore ha difficoltà a legare intervalli anche relativamente ampi (un'ottava) sia ascendendo che discendendo. Nello staccato il corno si avvale normalmente dell'articolazione semplice e doppia, e non dell'articolazione tripla. Il glissando è possibile solo nel forte e rapido, l'effetto nel corno avendo questo una serie di armonici molto estesa è nutrito ed assai efficace.