Il sassofono (o saxofono) fu ideato attorno al 1840 dal costruttore di strumenti belga Adolphe Sax.
Il sassofono combina, nella sua costituzione, l'ancia semplice, il bocchino del clarinetto con un corpo metallico e una forma conica, in versione ampliata, del tubo dell'oboe. Il corpo presenta 20 fori, coperti da calottine, che si possono aprire e chiudere a gruppi tramite 6 tasti, o chiavi, azionati da indice, anulare e medio di ciascuna mano. Altri 2 fori, detti portavoce, vengono usati per produrre note di un'ottava superiore o inferiore a quella della gamma normale. La maggior parte dei componenti della famiglia dei sassofoni ha l'estremità ricurva come quella del clarinetto basso; altri, come il soprano, hanno forma dritta a somiglianza del clarinetto standard. I sassofoni più comuni sono il sopranino, il soprano, il contralto, il tenore e il baritono, dotati tutti di una estensione di circa 2 ottave e ½ come possiamo vedere sotto. Il sassofono è cresciuto velocemente di importanza sulla scena musicale mondiale grazie alle sue doti di espressività e duttilità. Esso rappresenta il culmine di un percorso evolutivo che ha portato l'inventore, nelle sue fasi intermedie, alla costruzione di un modello di clarinetto a 24 chiavi, di alcuni tipi di clarinetto basso interamente in metallo per arrivare al sassofono, l'invenzione per la quale maggiormente verrà ricordato dai posteri. Inizialmente venne adottato nelle bande militari e, se consideriamo che nel periodo storico in oggetto queste rappresentavano il più efficiente e diffuso mezzo di divulgazione della musica, è facile immaginare come rapidamente si pose all'attenzione del mondo musicale accademico tanto che, man mano che cominciarono a formarsi i primi virtuosi dello strumento, dapprima autori poco conosciuti come Jean Baptiste Singelée e George Castner e, in seguito, autori di un certo peso quali Berlioz, Bizèt, Saint Saens, Massenet iniziarono ad inserire il saxofono nelle loro opere. Dai primi del novecento si interessano progressivamente a questo strumento compositori del calibro di C.Debussy, H.Villa Lobos, M.Ravel, D.Milhaud, A.Glazunov, i quali comporranno finalmente concerti appositamente per saxofono, donandogli finalmente dignità al pari degli strumenti storicamente utilizzati nella musica classica. Lo stesso Adolphe Sax ,dal 1847,divenne insegnante di saxofono al conservatorio di Parigi ed inoltre ebbe occasione, in quel primo periodo pionieristico, di eseguire trascrizioni per saxofono di opere di compositori a lui contemporanei ; uno tra tutti H.Berlioz. In seguito subentrarono grandi esecutori classici, nonché grandi didatti e validi compositori, quali Marcel Mulè, J.Marie Londeix, Sigurd Rascher, musicisti ai quali si deve il vero sviluppo di una moderna didattica del saxofono, tanto che i loro studi rappresentano ancora un nodo essenziale nella maturazione artistica di ogni saxofonista. Col trascorrere degli anni e l’aumentare dell’interesse e della diffusione molte ditte di strumenti musicali iniziarono a produrre saxofoni dando vita così ad un regime di concorrenza che diede un forte impulso allo sviluppo tecnico-costruttivo dello strumento. Tra le marche più note troviamo Conn, prima tra le ditte ditte statunitensi a costruire saxofoni, già dalla fine del ‘800, e che ha dominato il mercato fino agli anni ’30 con i suoi mitici modelli Chu Berry, Conqueror e Lady Face. Altri grandi nomi sono King, Buescher, Martin e Selmer, la ditta che entrò per ultima sul mercato, intorno agli anni ’20, ma che ebbe una rapida ascesa grazie ad una serie di innovazioni a livello meccanico ed alla produzione di modelli leggendari. – Dai primi del Novecento il saxofono è diventato praticamente lo strumento principe di un nuovo genere musicale che stava nascendo in quel periodo: il Jazz . Insieme ad esso si può dire si sia evoluto(anche dal punto di vista tecnico-costruttivo), dai grandi padri dello strumento, ovvero Lester Young e Coleman Hawkins passando per Charlie Parker, John Coltrane e Stan Getz fino agli odierni mostri quali Michael Breker o Joshua Reedman. Probabilmente proprio nella musica jazz e dalla musica Jazz il sassofono ha ricevuto quella consacrazione che lo ha reso strumento tra i più popolari, in virtù certo della grande diffusione, su scala mondiale, avuta grazie alle grandi big-bands americane ed ai mass-media, ma è vero anche che la musica Jazz ed i suoi musicisti hanno saputo sviscerarne, più che in ogni altro genere, le possibilità per quanto riguarda l'aspetto tecnico ma ancor più per quello espressivo, il colore, l'immedesimazione artista-genere-strumento. Parallelamente è diventato ormai strumento solista onnipresente nella musica leggera, dal cantautore alla balera, alimentando sempre più l'immagine un po’ stereotipata di strumento "lirico", "dolce" ma anche "virile" e "sensuale". La sua adozione nell'organico ordinario dell'orchestra non appare ancora prossima, nonostante le esperienze isolate di Strauss nella Sinfonia domestica (dove peraltro i saxofoni, hanno la sola funzione di raddoppi di altri fiati e sono indicati “ad libitum”). – La famiglia dei sassofoni era composta originariamente da due gruppi di sette strumenti ognuno di dimensioni diverse, come detto i più comuni però sono cinque. Uno di questi, ovvero quello che fu concepito da Adolphe Sax per l'uso in orchestra era composto da strumenti tagliati nelle tonalità di FA e DO ed è ormai caduto in disuso. L'altro gruppo fu creato dall'inventore per l'utilizzo nelle bande ed è quello che si è affermato fino ai giorni nostri. Tutti gli appartenenti alla famiglia hanno in comune la concezione costruttiva di base ed i materiali. La forma è conica, ovvero il tubo aumenta di diametro man mano che progredisce verso la campana, mentre il materiale costituente è una lamina, di spessore variabile tra i vari produttori, composta da una lega di ottone (quindi rame e zinco) con l’aggiunta di piccole parti, nell'ordine dell' 1-2%, di alluminio, stagno o nichel allo scopo di prevenire l’insorgenza di crepe. Il tipo di lega, comunque, non riveste grande importanza nella determinazione del timbro; a testimonianza di questo vi è il sax alto "Grafton Plastic", costruito nel 1953 in Inghilterra ed il cui corpo è costituito interamente di resina plastica; utilizzato da C.Parker ed O.Coleman il suo suono è perfettamente allineato con quello dei saxofoni tradizionali. La qualità della lega riveste invece un certa importanza sotto l'aspetto costruttivo per cui l'ottone sembra essere il giusto compromesso tra leggerezza, resistenza, facilità di lavorazione e costo di produzione. La finitura esterna varia di molto ma comunque non influenza il timbro dello strumento. Abbiamo quindi saxofoni laccati in oro o color oro, argentati, nichelati, opachi, lucidi,in ottone grezzo, laccati neri, rossi o bianchi. Quello che può alterare, seppur impercettibilmente il suono, è il lucido che viene applicato per proteggere la laccatura, il quale, se troppo spesso, frena le vibrazioni dello strumento. Un aspetto che invece sembra avere una certa influenza è lo spessore della lamina, questo perché il metallo, in un certo senso, entra in vibrazione con l'aria in esso contenuta, influenzando così il contenuto in armoniche del suono prodotto, per cui uno strumento pesante ha, in linea di massima, un suono più scuro e caldo di uno leggero, che quindi suonerà più brillante. Tecnicamente abbiamo:
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