La storia del flauto traverso europeo inizia attorno al medioevo, varie fonti letterarie attestano la presenza di flauti in Europa almeno dal X secolo. Gli strumenti illustrati appaiono costruiti in un unico pezzo: un tubo cilindrico di legno con sei fori per le dita più il foro di insufflazione. Dalle raffigurazioni si nota che spesso lo strumento è tenuto alla sinistra dell'esecutore, segno che probabilmente era costruito con fori perfettamente allineati che permettevano al flautista di decidere l'orientamento desiderato. Tra il X è il XIII secolo, tuttavia, lo strumento risultava molto raro, infatti pare che gli fossero preferiti strumenti dritti, simili al flauto dolce. Giunto in Europa dall'Asia, quasi certamente dalla Cina, attraverso gli intensi scambi commerciali e culturali dell'impero romano d'Oriente, il flauto traverso divenne popolare in Francia e in Germania. La prima citazione letteraria del flauto traverso risale al 1285, in una lista di strumenti suonati da Adenet le Roi. A questa citazione segue un silenzio di circa settant'anni, al termine dei quali le fortune del flauto traverso vennero ravvivate da un vento di attivismo militare. L'esercito svizzero, infatti adottò il flauto come strumento di segnalazione permettendone la diffusione, ma fu solo nel 1500 che il flauto traverso venne introdotto a corte come strumento orchestrale e solista. Nel rinascimento (1500) il flauto rinascimentale, chiamato anche, nel XVI secolo, traversa, mantenne sostanzialmente la struttura del flauto medievale. Da quell'epoca sono giunti a noi circa 50 strumenti e diverse testimonianze documentali in diversi trattati musicali in cui compaiono descrizioni dello strumento.
Nel successivo periodo Barocco (1600-1700) il flauto, chiamato anche flauto ad una chiave o flauto traversiere, subisce molte modifiche ad opera di costruttori di legni che dedicano particolare cura nel perfezionarlo, in particolare la famiglia “Hotteterre”. Lo strumento viene diviso in tre pezzi (testa, corpo e piede) e la cameratura non è più interamente cilindrica come avveniva per il flauto rinascimentale, infatti il corpo e il piede sono conici. Ai sei fori del flauto rinascimentale se ne aggiunge un settimo per il re diesis, controllato da una chiave chiusa. Più tardi il corpo centrale verrà diviso in due parti, di cui quella superiore intercambiabile con altre di diversa lunghezza, per consentire allo strumento di adattarsi ai diversi diapason utilizzati nelle diverse corti europee. Il fatto che nel corso del XVII secolo si sia iniziato a costruire i flauti in tre parti, mentre nel Rinascimento erano in un solo pezzo o al massimo in due, riflette un significativo cambiamento nella figura professionale del flautista. Infatti nel rinascimento, i musicisti erano a servizio delle corti, e gli strumenti che usavano non erano di loro proprietà, bensì della cappella di corte. Tutti gli strumenti a fiato costruiti per una stessa cappella erano accordati su uno stesso La (che oggi è fissato internazionalmente a 440Hz), ma quest'ultimo poteva variare moltissimo fra una cappella e l'altra (anche più di mezzo tono). In seguito, i più noti strumentisti di flauto iniziarono a spostarsi da una città all'altra per le loro esibizioni, portando con sé i loro strumenti, e il problema di doversi adeguare ad altezze del LA tanto diverse fu risolto costruendo il flauto in tre sezioni: per piccole variazioni di accordatura era sufficiente inserire la sezione centrale più o meno profondamente nella testa (come si fa tutt'ora), ma oltre un certo limite era necessario sostituire del tutto la sezione centrale con una di lunghezza diversa e con le distanze fra i fori alterate proporzionalmente. I flautisti dell'epoca barocca andavano quindi in giro con strumenti che avevano una dotazione di due o tre sezioni centrali intercambiabili, diversamente accordate. Nel periodo Classico il flauto con le sue qualità timbriche ed omogenee si adatta alla perfezione con il pensiero e l'armonia dell'epoca. Viene usato come strumento da accompagnamento ma anche solistico sopratutto in Francia oltre che da Bach e Vivaldi. Infine nel periodo Romantico abbiamo le ultime evoluzioni e gli ultimi perfezionamenti apportati dal tedesco Theobald Boehm che rendono il flauto uno strumento moderno a tutti gli effetti. In questo periodo il flauto trova un vasto impiego orchestrale, e viene specialmente messo in luce nelle opere degli impressionisti Claude Debussy e Maurice Ravel che sfruttano sfumature dello strumento poco conosciute. Il più usato, il flauto traverso in Do possiede un'estensione di tre ottave, dal Do4 (Do centrale) al Do7. L'estensione del moderno flauto traverso può raggiungere le tre ottave e mezza, alcuni flautisti sono in grado di emettere il Do8 raggiungendo così le quattro ottave piene. Oggi l'esecutore riesce a trovare giuste posizione perché tutti i suoni siano espressivi ed intonati con sufficiente esattezza, sia nel piano che nel forte. La quarta ottava, di difficile emissione (quasi impossibile per gli strumenti delle epoche più antiche) è però proprio per questo poco usata nel repertorio flautistico. Il flauto oggi non conosce ostacoli di tonalità. (L'estensione segnata sopra dalla barretta è quella con il miglior rendimento) Il flauto è caratterizzato da quattro registri:
Il flauto ha un timbro piuttosto omogeneo, un suono limpido e brillante, a tratti un po freddo. La brillantezza del suo suono lo ha reso adatto ad imitare il canto degli uccelli, esempi nella musica classica sono il concerto Il cardellino di Antonio Vivaldi, il concerto nella Sinfonia Pastorale di Ludwig van Beethoven e la parte dell'uccellino Sasha in Pierino e il lupo di Sergei Prokofiev. Questa brillantezza può divenire eccessiva e piuttosto fischiante nelle note dell'estremo sopracuto. Il registro grave ha un suono più caldo degli altri ed è stato sapientemente sfruttato da vari compositori moderni. Essendo un legno nel flauto il suono viene prodotto dal flusso d'aria che si frange contro lo spigolo del foro di insufflazione presente sulla testa. In questo modo viene attivata la colonna d'aria all'interno del tubo e ha inizio la vibrazione sonora. L'emissione di note di diversa altezza avviene controllando l'altezza della colonna d'aria che viene messa in vibrazione, questo è possibile attraverso dei fori o delle chiavi. L'emissione nel flauto può però essere modificata in vari modi:
Il flauto esige una grande quantità d'aria. È necessario, quindi, che il compositore tenga conto di questo e non imponga note o frasi troppo lunghe senza possibilità di prendere fiato. |