Clarinetto basso

Il clarinetto basso nella sua forma moderna, che gli fu impartita per primo da Adolphe Sax nel 1838, è composto da 5 pezzi: il bocchino (con legatura ed ancia), il collo, il pezzo superiore, il pezzo inferiore e la campana (con la caratteristica forma a pipa). A differenza degli altri membri della sua famiglia, si tratta di uno strumento curvo, che l'interprete suona tenendolo verticalmente rispetto al suolo. Lo strumento è abbastanza pesante e perciò viene normalmente supportato da una cinghia appesa al collo del musicista o appoggiato ad un supporto fisso al corpo. Benché per queste caratteristiche lo strumento assomigli superficialmente ad un sassofono, si tratta di uno strumento completamente differente, a partire dai materiali (legno) e dalle tecniche di costruzione per arrivare alla sonorità, alle caratteristiche acustiche (corpo cilindrico) e alle tecniche esecutive che sono quelle proprie della famiglia dei clarinetti.



Il clarinetto basso è tagliato in Sib, un'ottava sotto il clarinetto soprano (esistono anche rari modelli in La). Il clarinetto basso ha un'estensione utile di circa quattro ottave, rivaleggiante con quella del fagotto. Il timbro del clarinetto basso è molto distintivo e più ricco di quello di strumenti di estensione simile. Il registro di maggiore utilità è quello basso, quello cioè che continua nel grave il timbro del clarinetto ordinario, è infatti appunto nel registro grave che ci sono le note più belle di questo strumento, note di una stupenda cantabilità che hanno attirato l'attenzione di molti compositori. L'utilizzo in orchestra è infatti rilevante: il primo caso è il famoso passaggio nel Gli Ugonotti di Meyerbeer. Giuseppe Verdi ne fece uso in caratteristici passaggi di Aida, Ernani, La forza del destino. Cajkovskij lo rese protagonista di un delizioso dialogo con la celesta nel balletto Lo schiaccianoci, episodio Danza della Fata Confetto. Anche Richard Wagner lo utilizzò in numerose opere. Negli ultimi decenni il clarinetto basso ha trovato anche sporadico impiego al di fuori della musica orchestrale, specificatamente nel jazz, genere in cui fu introdotto da Eric Dolphy, e nel quale ha finito per assumere una presenza che rivaleggia quella degli altri, più diffusi, membri della famiglia.