Il contrabbasso è lo strumento con il suono più grave di tutti gli archi: le quattro corde producono rispettivamente dalla più acuta alla più grave i suoni Sol – Re – La – Mi in accordatura da orchestra. Per indicare con più precisione la reale altezza di una nota, viene utilizzata una nomenclatura che affianca al nome della nota un numero. Questa numerazione inizia dalla nota più bassa del pianoforte (La 0) fino alla nota più alta (Do 8). Seguendo questo schema, le corde del contrabbasso sono:
Esistono anche altre accordature, quali quella italiana da concerto (consistente nell'alzare l'intonazione delle corde di un tono) e quella viennese (La 2, Fa# 2, Re 2, La 1). Esistono anche contrabbassi a cinque corde, in cui la più grave è generalmente un Do 1 o un Si 0. Sotto l'estensione standard del contrabbasso: In orchestra il contrabbasso ha raramente una funzione solistica, per via del suo suono estremamente basso. Ha però una funzione indispensabile nell'amalgamare i suoni e dare sostegno agli strumenti acuti, ed è lo strumento che, di solito, tiene il basso armonico della melodia dell'orchestra. Una delle prime testimonianze sull'uso del contrabbasso è data dal quadro Nozze di Cana (1562-63) del Veronese, in cui Tiziano è raffigurato mentre suona un contrabbasso. Monteverdi nel 1608 richiede un "basso di viola". Inizialmente il contrabbasso serviva solo a raddoppiare la viola da gamba (o il violoncello) all'ottava bassa. Successivamente, ed in particolare nel periodo in cui fu attivo Beethoven, grazie a virtuosi, il contrabbasso si svincola dalla mera funzione d'accompagnamento per raggiungere, con Giovanni Bottesini, le più alte vette espressive. Le accordature ed il numero delle corde variano in tutta Europa fino alla fine dell'Ottocento. Nella zona tedesca si utilizzava principalmente il basso a quattro corde, mentre in Italia era più usato il basso a tre corde, dal suono più melodioso ma col difetto di avere un'estensione molto limitata in senso discendente. Il contrabbasso più utilizzato divenne quello a quattro corde non per qualche pregio particolare, ma perché i più grandi compositori del tempo erano tedeschi. Nelle loro composizioni utilizzavano il basso a quattro corde principalmente perché nella loro zona era il più suonato. Richard Wagner e altri scrissero nelle loro opere anche musiche orchestrali in cui si prescriveva l'uso del basso a cinque corde (strumento di origine nordica), ancora oggi saltuariamente utilizzato. Oggigiorno gran parte dei contrabbassi usati in orchestra è dotata di una prolunga per la quarta corda: la tastiera viene allungata in parte al riccio in modo da poter scendere fino ad un Re 1 (nel caso di un'accordatura "standard"). Dato che la presenza delle chiavi renderebbe difficile posizionare correttamente la mano sinistra atta ad esercitare contropressione, la corda viene in quella zona premuta tramite leveraggi azionati dal musicista grazie ad una pulsantiera. Questa soluzione permette di ampliare l'estensione dello strumento verso il grave senza dover modificare l'accordatura o usare una quinta corda, cosa che implica profonde differenze costruttive ed esecutive dai modelli più diffusi. – Vi sono normalmente due tipi d'arco per contrabbasso, detti "alla francese" e "alla tedesca". Il primo si impugna tenendo la mano con il dorso rivolto verso l'esterno e presenta il tallone (parte impugnata) più piccolo dell'arco tedesco, che invece si tiene con il palmo verso l'esterno e il dito anulare all'interno del tallone stesso. L'arco francese, che fu in realtà studiato nelle sue proporzioni dall'italiano Dragonetti, permette di dosare la pressione sulle corde in maniera più accurata e dolce, di avere un miglior rimbalzo nella tecnica del balzato e tremoli in punta d'arco più facili da eseguire; quello tedesco garantisce possibilità d'attacco alla corda estremamente incisive, un miglior controllo del suono anche in punta d'arco (dove la forza applicabile è naturalmente minore) e potenza di suono maggiore. Il legno più diffuso per la costruzione della bacchetta è il pernambucco, questa può essere a sezione tonda od ottagonale. Il tallone è di norma in ebano chiuso da un inserto di madreperla, spesso decorato con inserti anch'essi in madreperla che avevano originariamente la funzione di indicare la qualità della fattura dell'arco a seconda della finitura di questi particolari. I crini possono anche essere di materiale sintetico, ma ovviamente sono più apprezzati quelli di origine animale e possono essere bianchi, neri o misti. La tensione dei crini viene regolata dal musicista tramite una vite posta in fondo alla bacchetta. Rispetto agli altri strumenti ad arco, quello del contrabbasso è sì più robusto e con maggior larghezza del crine, ma al contrario di quanto si potrebbe pensare è leggermente più corto. – Molto famoso, per contrabbasso, è L'Elefante in Il carnevale degli animali, opera di Camille Saint-Saëns. Nella prima metà del XX secolo il contrabbassista italiano Isaia Billé fu l'autore di un metodo didattico in sei corsi per contrabbasso e varie composizioni sia per orchestra che per solista: * Concerto in La maggiore per contrabbasso e orchestra * Concerto in Sol maggiore per contrabbasso e pianoforte * 18 studi per contrabbasso d'orchestra a 4 e 5 corde * 24 capricci per contrabbasso e pianoforte * 24 studi-capricci per contrabbasso a 4 corde * 6 studi caratteristici per contrabbasso a 4 corde |