Il primo formato audio è stato il fonografo a cilindro di Edison, grazie al quale si è potuto registrare e successivamente riprodurre la voce umana. Il formato era quindi meccanico- analogico, secondo cui le vibrazioni della membrana solidale con la puntina intagliavano sul cilindro (supporto) i solchi con variazioni verticali di profondità.
Anche il successivo grammofono era un formato meccanico-analogico, con la differenza che i solchi incisi sul supporto (disco di mica) facevano muovere la puntina orizzontalmente. Il primo formato analogico alternativo compare con la registrazione magnetica su filo, e successivamente su nastro: il formato era magnetico-analogico ed il suono era “inciso” sul supporto (prima un filo d’acciaio e successivamente un nastro ricoperto di particelle metalliche magnetizzabili) mediante magnetismo. Era la nascita del secondo grande formato audio analogico che rivaleggerà con il primo fino ai giorni nostri, ognuno con i suoi vantaggi e svantaggi e con le sue prerogative. Senza addentrarci nella storia dei perfezionamenti dei formati analogici, che è argomento per altri ambiti, ai nostri giorni i formati audio analogici sono pochi, con il nastro magnetico che rimane il più quotato ed usato negli studi di registrazione di alto livello. |
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